Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901, Sabato Santo. È figlio di Alfredo Frassati e Adelaide Ametis. Il padre è da sei anni proprietario del quotidiano «La Stampa», e sarà l’artefice del grande successo che il giornale godrà negli anni Dieci e Venti, fino a quando il fascismo lo costringerà a cederlo. È liberale. Amico di Giovanni Giolitti, il politico piemontese per molti anni capo del governo italiano, nel 1913 diverrà senatore del Regno e, nel 1920, ambasciatore d’Italia a Berlino.
I gravosi impegni gli impediscono di seguire molto da vicino l’educazione dei figli. Spetta alla madre farsi maggiormente carico della crescita di Pier Giorgio e di Luciana, venuta alla luce poco più di un anno dopo.
L’atmosfera educativa, come è l’uso dei tempi, è di generale rigidità.
Quando, fanciullo, apprende i primi racconti del Vangelo, Pier Giorgio ne resta colpito, a volte in modo così profondo da diventare protagonista di gesti inattesi in un bimbo tanto piccolo.
Nella scoperta della dimensione religiosa dell’esistenza, il padre, non credente, non può accompagnarli, ma la rispetta e non ostacola il cammino.
La spiritualità di Adelaide Ametis, donna dotata di sensibilità che si esprime anche nella pittura, tende a soffocare sotto il velo delle norme e dei precetti religiosi. Pier Giorgio sin da bambino, appresi con cura e grande serietà questi ultimi, ha la capacità di trovarne i significati profondi, e di far diventare la fede vita concreta.
Preso in questo modo l’avvio, percorrerà consapevolmente nel tempo la sua strada di giovane di Dio in un profondo rapporto a tu per tu con il Signore della sua vita che così presto aveva voluto incontrarlo.
Un giorno, dinanzi a una gracile donna che aveva bussato alla porta con un bimbo scalzo in braccio, si tolse in fretta scarpe e calze e gliele passò, chiudendo poi rapidamente l’uscio prima che qualcuno di casa accorresse a protestare. Nell’asilo di Pollone, i piccoli facevano colazione a mezzogiorno. Pier Giorgio, intento ad ammirare quelle lunghe tavole di marmo con i buchi per le scodelle, che gli erano nuove, vide laggiù, in fondo alla sala, lontano da tutti, un bambino isolato per una violenta eruzione; subito gli si avvicinò e, prima che suor Celeste, occupata a parlare con il nonno Francesco, se ne accorgesse, un cucchiaio l’uno, un cucchiaio l’altro, Dodo cancellò dal volto del piccolo isolato la tristezza della solitudine.
Luciana Frassati da Pier Giorgio Frassati. I giorni della sua vita