I pochi mesi di età̀ che separano Pier Giorgio dalla sorella Luciana legano i due fin dall’infanzia in modo stretto. Sono avviati agli studi insieme, insieme al catechismo; educati senza differenze, crescono fianco a fianco, sviluppando i propri diversi caratteri e mantenendo sempre un forte rapporto di comunanza. La strada di Pier Giorgio porta tra i diseredati, i poveri, i soli; quella di Luciana si dirige verso il mondo luminoso e affascinante della diplomazia, dove agisce papà Alfredo.
Una diversità̀ causata dal dirompere del Vangelo in Pier Giorgio, ma che invece di creare un solco di divisione alimenta tra fratello e sorella l’intesa e la complicità̀. Luciana molti anni più̀ tardi scriverà̀ di aver sentito spesso su di sé il compito di difendere il candore di Pier Giorgio dalle incomprensioni del mondo, e anche dalla famiglia. Era l’unica persona di casa con cui lui talvolta si confidava, a cui chiedeva consiglio. L’unica a sapere qualcosa dei suoi autentici desideri, dei suoi tanti impegni di apostolato e di carità̀, dei motivi del suo «correre sempre» verso qualcosa di importante da fare.
Luciana conosceva anche gli amici più cari di Pier Giorgio, dai compagni di infanzia co-
me Camillo Banzatti, al gruppo di giovani tedeschi con la cara Maria Fischer.
Non conosceva invece, se non qualcuno di vista, i giovani e le giovani della FUCI con cui Pier Giorgio aveva stretti legami e frequenti incontri, tra cui: Marco Beltramo che con «Robespierre» (lui, «Perault») formava la sottosezione dei Tipi Loschi denominata «Terrore» e specializzata in scherzi; Tonino Villani, per un periodo presidente del «Cesare Balbo»; Gian Maria Bertini, che diventerà̀ sacerdote, così come Franz Massetti; Antonio Severi; Isidoro Bonini. E le ragazze, a cui erano riservate le cariche: Ernestina Bonelli, la «Direttrice di gita»; Clementina Luotto, la «Presidentessa»; Laura Hidalgo, la «Segretaria». Per Laura, ragazza coraggiosa e ricca di fede, Pier Giorgio maturerà̀ nel tempo un sentimento di amore, conservato rigorosamente nel suo cuore e a cui sceglierà̀ di rinunciare.
Cara mamma, mi rincresce anzi mi ha fatto molto pena che tu pensi simili cose non vere. I consigli della Mamma sono sempre i più̀ saggi e sono sempre buoni anche quando uno è già̀ vecchio. Quest’anno tu sei stata molto lontana da me ed io ho potuto apprezzare cosa vuol dire non avere la Mamma vicina che ci sgrida ogni tanto, ma che alla sera ci dà il bacio e la sua benedizione, pur non essendo solo, ma avendo una cara zia e una cara nonna. [...] Cara Mamma, scusami ancora di tutti i piccoli dispiaceri, che ti ho dato, ma sta pur certa che, se qualche volta ho mancato verso di te, in avvenire cercherò̀ di far meglio, perché́ a te penso sovente e prego sempre Iddio, perché́ ti dia quelle consolazioni che io per i miei difetti non posso darti pur volendoti un gran bene.
Baci a te, e a zia. Pier Giorgio
Lettera alla madre – 19 luglio 1922
Carissimo papà, domani è la tua festa e mi rincresce molto di non poterti esprimere a voce tutti i sentimenti del mio animo. Però io domani sarò̀ vicino a te e pregherò̀, perché́ Iddio ti dia tutte le consolazioni possibili per il Bene, che hai fatto e che fai.
Lettera al padre – 27 settembre 1923
So da mamma che fai la donna di casa e ciò̀ ti procura le lodi del tuo fratello lontano. Una raccomandazione vorrei farti adatta specialmente a questi tempi di quaresima ed è questa che tu in questi tempi che sono di lutto per la Chiesa ti prepari con qualche piccolo sacrifizio e privazioni a poter fare la S. Pasqua che se quest’anno purtroppo non possiamo fare materialmente insieme, spiritualmente sì, perché́ io nelle preghiere come tu nelle tue mi ricorderai e così quel giorno come sempre i nostri spiriti saranno saldamente uniti in Dio.
Lettera alla sorella – 13 marzo 1925