L'impegno nello studio

27 giugno 1925. Specchietto degli esami universitari: ne mancano due alla laurea, e non potrà̀ sostenerli. Nel 2001, in occasione del centenario della nascita, il Politecnico di Torino gli concederà̀ la laurea «post mortem».

La vita studentesca di Pier Giorgio inizia nella scuola pubblica, con Luciana, nell’infanzia, e vi prosegue, passando però due volte per l’Istituto Sociale, per approdare infine all’università̀. 

Pier Giorgio si porta addosso la fama, in casa, di studente non brillante, che «non sa scrivere». Ma è uno studente normale. Il suo curriculum universitario non riporta molti voti eccelsi, il massimo è 90/100. Gli capita a volte di dover rimandare esami perché́ poco preparato: disavventure proprie della vita di molti studenti. 

Affronta lo studio con grande serietà̀. Ha scelto di laurearsi in ingegneria mineraria perché́ desidera lavorare a fianco di una delle categorie professionali più̀ sfruttate e meno garantite dell’epoca, i minatori. 

Qualcuno gli ricorda che, essendo lui un «signore», potrebbe anche fare a meno di studiare. È vero, ma la risposta è: «No, io sono povero come tutti i poveri. E voglio lavorare per loro». 

È consapevole che per svolgere correttamente un mestiere occorre competenza. Studiare per servire: vuole entrare nel mondo del lavoro pronto per fare la sua parte. Per realizzare il mondo più̀ giusto che sogna, e battersi per la promozione degli umili e dei poveri, occorre essere dotati di una seria professionalità̀. 

Lo studio perciò̀ è per lui un dovere sentito dentro di sé, che si tramuta in impegno convinto e, spesso, energico, fatto anche di rinunce e di sacrifici. A volte, nelle lettere agli amici, lascia trasparire la lotta che gli costa applicarsi su materie un po’ aride, a cui pone rimedio con la lettura di qualche bel libro che parla al suo spirito. Approfitta dei suoi viaggi in Germania per motivi familiari per integrare l’impegno della preparazione sui libri visitando «sul campo» miniere e pozzi. 

Lo guida anche la passione per la materia: sin da ragazzo raccoglie pietre e minerali, nelle sue escursioni, fino a formare una vera e propria collezione, accuratamente classificata, con l’intenzione di farne dono un giorno all’Università̀. 

Il progresso della tecnica lo entusiasma: a Berlino, nel 1921, visita il Deutsche Museum, e ne rimane affascinato. L’impegno tenace profuso nello studio tempra senza dubbio la fibra morale di Pier Giorgio; la fatica della quotidianità̀, nel trattare le cose del mondo, è un tratto caratteristico della vocazione laicale.

L’altro giorno sfogliando il calendario ho fatto una terribile constatazione: che ci avvicinavamo alla metà del mese ed allora mi sono detto fra di me qui è ora di intensificare lo studio ed allora ho deciso che appena giunto a Torino sarò̀ morto a tutti tranne alla conferenza di S. Vincenzo e studierò̀ dalla mattina fino alla sera. So che abbisogna una grande energia ma confido nella Provvidenza di Dio e perciò̀ nelle preghiere degli amici. Sono lieto di rivederti e vorrei dedicarti non solo qualche giorno, ma tutto il tempo purché́ tale venuta non coincida in epoca di esame ed allora sarei forzato a far violenza ai miei affetti e strappare al tempo degli esami qualche ora in cui poter godere la tua cara compagnia. 

Lettera a Isidoro Bonini – Pollone, 15 aprile 1925 

 

Io passo la vita dedicata allo studio, sono come un naufrago che lotta disperatamente con i marosi sempre sperando in una àncora di salvezza, ed io sono così tuffato nelle dispense che esse quasi mi circondano tentando di affogarmi in questa lotta per poter giungere al porto che sarebbe l’esame. La mente inzuppata di questa arida scienza trova ogni tanto pace e refrigerio e godimento spirituale nella lettura di San Paolo. Io vorrei, che tu provassi a leggere San Paolo: è meraviglioso e l’anima si esalta da quella lettura e noi abbiamo sprone a seguitare la retta via e a ritornarne appena usciti con la colpa. Mercoledì̀, spero se non prima vi sarà̀ il grande debutto. Il terz’ultimo debutto della mia vita di studente di politecnico e poi incomincerà̀ la tesi. Il programma come vedi è grandioso, bisogna però trovare la buona volontà̀ per attuarlo ma questa spero di conquistarla a poco a poco con la grazia di Dio. 

Lettera a Isidoro Bonini – Torino, 29 aprile 1925