Giovanni Paolo II conosceva e ammirava Pier Giorgio sin da quando era giovane prete in Polonia. Quando, ormai vescovo di Cracovia, nel 1977 visitò una mostra dedicata a lui, coniò una frase rimasta celebre: «Ecco l’uomo delle otto beatitudini!», intendendo sottolineare così la pienezza di vita e di testimonianza evangelica del giovane torinese. Aveva trovato nella figura di questo giovane atletico, amante della montagna e dello sci, grande credente e testimone della fede, un modello straordinario per i giovani cristiani. A lui si deve l’accelerazione decisiva verso la beatificazione, da lui stesso celebrata il 20 maggio 1990 in piazza San Pietro.
Il 10 dicembre 2001 si rivolgeva ai giovani dell'Azione cattolica italiana in questo modo:
«Essere laici cristiani oggi, comporta l'impegno di essere Santi ogni giorno, con gioia ed entusiasmo. Prima di voi, hanno percorso questo itinerario spirituale Giorgio Frassati, Alberto Marvelli e con loro tanti altri giovani come voi. Si tratta di un impegno che dovete assumere innanzitutto per voi stessi e per i vostri amici, ma anche per le vostre famiglie, per le vostre Comunità e, anzi, per il mondo intero».
Mentre all’incontro con i giovani della diocesi di Roma, qualche mese prima, il 5 aprile 2001, aveva detto:
«vorrei ricordare il beato Pier Giorgio Frassati, del quale proprio domani ricorrerà il centenario della nascita. Cercate di conoscerlo! La sua esistenza di giovane «normale» dimostra che si può essere santi vivendo intensamente l'amicizia, lo studio, lo sport, il servizio ai poveri, in un rapporto costante con Dio. A lui affido il vostro impegno missionario».
Fin dagli anni Ottanta San Giovanni Paolo II ricordava Pier Giorgio, come all’incontro con i giovani torinesi del 13 aprile 1980:
«Pier Giorgio Frassati, che è figura più vicina alla nostra età (morì infatti nel 1925) e ci mostra al vivo che cosa veramente significhi, per un giovane laico, dare una risposta concreta al “vieni e seguimi”. Basta dare uno sguardo sia pure rapido alla sua vita consumatasi nell’arco di appena ventiquattro anni, per capire quale fu la risposta che Pier Giorgio seppe dare a Gesù Cristo: fu quella di un giovane “moderno”, aperto ai problemi della cultura, dello sport (un valente alpinista), alle questioni sociali, ai valori veri della vita, ed insieme di un uomo profondamente credente, nutrito del messaggio evangelico, solidissimo nel carattere coerente, appassionato nel servire i fratelli e consumato in un ardore di carità che lo portava ad avvicinare, secondo un ordine di precedenza assoluta, i poveri ed i malati».
Così, poi, tre anni dopo si rivolgeva ai delegati della FUCI e del MEIC (3 dicembre 1983):
«…vanno ricordati in modo particolare taluni spiccati modelli di santità e di integrale
vita cristiana, quali i beati Moscati e Pampuri, il servo di Dio Vico Necchi, Itala Mela, Piergiorgio Frassati».
Infine, Giovanni Paolo II fu il pontefice sotto il cui pontificato Pier Giorgio divenne Beato: bellissima fu l’Omelia che pronunciò in occasione della beatificazione, il 20 maggio 1990.