di Emanuela Gitto, Lorenzo Zardi e don Michele Martinelli - l conto alla rovescia per la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati è iniziato, ed è già tempo di gratitudine per i tanti giovani che in questi anni hanno imparato a conoscerlo e a vederlo sempre più come una figura di riferimento per il proprio cammino di crescita nella fede. La sua testimonianza di vita rappresenta un modello per tante e tanti, che, attraverso di lui, hanno intravisto una strada percorribile e possibile per incontrare il Signore, o, meglio, per lasciarsi incontrare da Lui.
Qual è, nel 2025, il significato di una canonizzazione? Quale senso non solo per la Chiesa? Come vivremo questo momento solenne, da giovani? La Chiesa non ha archiviato questa pratica che, evidentemente, non si esaurisce in un rito liturgico solenne e partecipato. Non è la versione cristiana della premiazione dei vincitori dopo una competizione particolarmente impegnativa. La canonizzazione assomiglia di più al riconoscimento ufficiale di una partita già vinta: quella di Cristo risorto. E i nuovi santi sono coloro che hanno scelto di appartenere alla sua squadra. Non si tratta di salire sul podio, ma di continuare a scendere in campo, ogni giorno, per gareggiare al fianco di chi affronta la sfida della povertà, dell’esclusione, della solitudine.
Non si tratta di salire sul podio, ma di continuare a scendere in campo
La scelta di proclamare santo un giovane di 24 anni, che nel corso della sua vita ha fatto del servizio e dell’impegno nella carità il suo stile di vita, non dimenticando il gusto della giovinezza, è in effetti una bella provocazione per e di tutta la Chiesa, perché ci aiuta ad abbandonare l’idea che la santità sia una questione di perfetta maturazione di attitudini umane, aiutandoci piuttosto a declinarla nella forma autentica del rapporto libero e appassionato con Dio, di un cammino di fede accessibile a tutti. Basta avere il coraggio di metterci in ascolto della voce di Dio che risuona in noi e attorno a noi.
Come abbiamo avuto modo di condividere in contributi recenti, la persona di Pier Giorgio riesce lungamente a parlare ai giovani di oggi, perché in lui scorgiamo ancora i desideri, le passioni, insieme alle fatiche che spesso riscontriamo nel percorrere la nostra ricerca, che sono anche le nostre. E questo fa di lui un modello credibile e vicino. I santi, come Pier Giorgio, diventano veramente intercessori, perché si calano in mezzo alle più svariate circostanze umane con la loro singolare personalità, offrendo ponti che possano collegare l’uomo con Dio e l’uomo con i suoi fratelli e le sue sorelle. Per Pier Giorgio, “Preghiera, azione, sacrificio” non era solo un motto, ma la consapevolezza della missione del fedele laico, presenza nel mondo irrorata dal Vangelo.
Un momento storico che farà eco alla Speranza di migliaia di giovani
Il riconoscimento della santità di Pier Giorgio, insieme a quella di Carlo Acutis, rappresenterà il prossimo 7 settembre un momento storico anche perché farà eco alla Speranza di migliaia di giovani che hanno partecipato al giubileo nel cuore dell’estate. Insieme a Papa Leone abbiamo pregato, cantato, riconosciuto che “la fragilità è parte della meraviglia che siamo”, e che siamo pure “un’esistenza che si rigenera costantemente nel dono”.
Sono tanti i giovani che oggi decidono di spendersi gratuitamente in tanti modi, nella forma associativa, del volontariato, del servizio. Attraverso l’Azione cattolica Pier Giorgio, sentì che l’impegno profuso nella discrezione delle mura domestiche, maturato nella preghiera personale e comunitaria, necessitasse evidentemente di orizzonti più ampi. E così anche noi giovani di Ac oggi sentiamo gli ambienti di vita, le aule scolastiche e universitarie, i posti di lavoro, le piazze come luoghi dove realizzare la nostra vocazione alle cose alte.
Invitati a rinnovare l’impegno a generare una cultura inclusiva
Con Frassati santo siamo invitati a rinnovare l’impegno a generare una cultura inclusiva, capace di fermare mani e menti violente e di farsi carico della fatica della democrazia in costante gestazione.
Pier Giorgio ha avuto il coraggio di abitare una città in cambiamento e in questo è stato veramente profeta per il nostro oggi sociale e culturale. Profeta perché ha vissuto il cambiamento cambiando. Vivere una spiritualità laicale e giovane oggi significa allora imparare ad abitare la complessità e il cambiamento senza semplificare, o fuggire in spazi di area protetta, ma sviluppando una cultura nuova, “disarmata e disarmante”, direbbe il Pontefice, appassionata e appassionante, aggiungiamo noi.
Articolo pubblicato su Agensir il 6 settembre 2025