di Gianni Di Santo - Salernitano di Sala Consilina, ma trapiantato da vent’anni ad Avellino, socio del Cai, della Giovane montagna e dell’Azione cattolica, autore del recente libro, Pier Giorgio Frassati e i suoi sentieri, Antonello Sica si può definire “il papà dei Sentieri Frassati”.
«Credo di aver solo prestato a Pier Giorgio due gambe e una mente con cui far viaggiare un’idea che è venuta tutta da lui e gli appartiene in pieno, senza alcun dubbio – racconta a Segno –. Se solo guardiamo a cosa è stato realizzato nell’arco di sedici anni, dal 1996 al 2012, c’è da essere più che soddisfatti: una rete di 22 sentieri a lui ispirati e a lui intitolati in ogni regione e provincia autonoma d’Italia, lunga 518 chilometri e che ha coinvolto ben 63 comuni.
Se proprio vogliamo dargli un papà, ai Sentieri Frassati, allora è importante sapere che c’è una mamma, ed è mia moglie Angela, che ha condiviso con me, con pari pazienza e tenacia, tutto questo “lungo sogno di visionari”, come lo ha definito Pamela Lainati sul numero di maggio de La Rivista del Club alpino italiano, inserendo giustamente questo progetto nel solco del rilancio dell’escursionismo in chiave di conoscenza, amore e cura per quei tesori dell’Italia Minore (con la M maiuscola) tracciato dal Cai nel 1995 con la prima edizione del Camminaitalia lungo il Sentiero Italia».
Il sito dei Sentieri Frassati
Intanto, di questo lungo camminare verso l’Alto, c’è traccia nel sito sentierifrassati.org, realizzato davvero bene con mappe, cartine, indicazioni, tempi di percorrenza. Ma da dove nasce l’idea? «Fu esattamente all’indomani della beatificazione di Pier Giorgio e raccontarlo ora, come cosa fatta e consolidata, alla vigilia della sua canonizzazione, mi pare un immenso dono non solo per me e mia moglie, ma per le centinaia di persone di buona volontà che hanno fatto diventare concreta questa rete escursionistica che si è fondata prima di tutto sulla testimonianza di vita di Frassati, che si presenta proprio come un “sentiero” da amare e seguire nelle nostre vite di tutti i giorni. E su questo “sentiero” c’è anche la sua passione per la montagna, approcciata come palestra che allena, scuola che educa e tempio che eleva, finalizzando però il tutto all’umile esercizio della carità gioiosa».
Quali sono state le attività fondamentali che hanno, allora, consentito di realizzare questa rete escursionistica “in cordata”, coinvolgendo tra gli altri le principali associazioni cui Pier Giorgio Frassati era iscritto, il Club alpino italiano, la Giovane montagna, l’Azione cattolica e gli universitari della Fuci, oltre agli scout? «Prima di tutto il coinvolgimento, in una pluralità di riunioni, delle comunità locali con le loro realtà associative. E questo in ogni fase: dall’individuazione del percorso, alla sua sistemazione e promozione, fino all’inaugurazione, promossa sia a livello territoriale che nazionale. E poi direi la chiamata di una rappresentanza di ciascun sentiero già inaugurato a prender parte all’inaugurazione di ogni nuovo Sentiero Frassati portando ciascuna l’acqua del proprio territorio e unendola per la benedizione, con tutte le altre, a quella dell’inaugurando sentiero: un gesto di grande comunione che è stato alla base di una perdurante rete di relazioni».
Sentieri sono un luogo dell'anima
Le coordinate dei Sentieri Frassati, ancor prima che geografiche, sono umane. «Proprio così, giacché hanno stimolato la conoscenza non solo di nuovi luoghi, ma anche di chi li abita. E le comunità locali, dal loro canto, continuano a sentire come un valore il proprio Sentiero Frassati e ne hanno cura e orgoglio, festeggiandone ciclicamente il decennale, il ventennale e così via; in molti di essi, poi, si tengono annualmente raduni che richiamano persone da ogni dove».
Insomma, un gran bel progetto: non solo escursionistico, ma anche educativo; nato dal basso, ma di respiro nazionale; a quando il “salto” internazionale? «È l’ulteriore sogno che coltiviamo dal Giubileo del 2000, quando nella patria di Pier Giorgio, a Pollone, inaugurammo il Sentiero Frassati internazionale dell’Italia con l’auspicio che fosse il primo di una lunga serie di Sentieri Frassati internazionali, uno per ogni Nazione. È rimasto ancora solo, ma sono certo che non appena arriverà il secondo si avvierà tutta una nuova “cordata” che, ancora una volta, presterà gambe e menti a Pier Giorgio».
E allora forza, tutti in cammino.